Sul personaggio che, dopo la rivoluzione francese, ha influito più d’ogni altro sulla vita, oltre che sulla morte, di milioni di europei, sulla loro cultura e sull’assetto politico dell’Europa in tempi moderni, è stato scritto più che su qualsiasi altra persona. Perché ancora un ennesimo libro su Napoleone? E' il compito che il generale Luigi Manfredi, assieme allo storico Achille Barberis, si é dato. Ed é il compito che lo stesso Generale, si propone di illustrare a Cherasco, durante la rievocazione storica del 25 - 27 aprile prossimo.
L’epopea napoleonica prende avvio a Montenotte ed è innegabile il fascino che l’inizio della prima campagna d’Italia esercita sugli storici militari, che la considerano un capolavoro di strategia e tattica militare di Bonaparte, studiato ancora oggi nelle Accademie militari. E’ considerata eccezionale la sua capacità, a soli 27 anni, di battere eserciti valutati tra i migliori dell’epoca con un’armata di straccioni male equipaggiati e peggio nutriti. Nei testi pubblicati su questo periodo i fatti d’arme sono però descritti a volo d’uccello, non si scende nei particolari e le valutazioni sono anch’esse ormai standardizzate nell’elogio indiscusso del genio napoleonico. Poca attenzione è dedicata agli avversari sia piemontesi sia austriaci. Fu tutto merito di Bonaparte oppure ci sono stati errori degli avversari che hanno facilitato il suo successo? Il libro, e quindi la conferenza del 26 aprile, vuol dare una risposta a questo quesito di fondo e agli altri dubbi che scaturiscono da una lettura attenta e puntuale dei fatti della campagna.